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sabato 23 giugno 2012

Il Museo

Il Popolo e i suoi Santi
Napoli accoglie San Gennaro
Arte, cultura e devozione
Sette secoli d'argento
Un grande tesoro



Il Popolo e i suoi Santi
Cardinale Michele Giordano, Arcivescovo Metropolita di Napoli e Delegato Apostolico per la Real Cappella di San Gennaro

Il cuore della nostra Città e della Regione tutta pulsa nel singolarissimo luogo che è la Cappella del Tesoro di San Gennaro. Attraverso i secoli la devozione e la pietà del popolo di Napoli hanno lasciato testimonianza viva nelle opere d’arte che la arricchiscono e la nobilitano. Intorno al tabernacolo nel quale il nostro predecessore, il Cardinale Arcivescovo Ascanio Filomarino, il 16 dicembre 1646 collocava le reliquie del Santo, si sono raccolte opere preziosissime che sono, però, nel contempo, anche eloquenti segni che parlano il linguaggio della catechesi e delle eterne verità della fede, oltre che del profondo legame tra gli stessi vescovi napoletani e San Gennaro. Era stato l’Arcivescovo Alessandro Carafa a dare nuova linfa al legame tra Napoli e San Gennaro quando nel 1497 tenacemente aveva operato per il ritorno delle sue reliquie nella Città. Ancora oggi lo sguardo di fede che si posa sulla maestosa statua bronzea di San Gennaro, al centro dell’altare maggiore, segue via via i compatroni a cominciare dai santi vescovi della Chiesa napoletana delle origini: Aspreno, Atanasio, Agrippino, Severo. È una viva catechesi che richiama ai credenti il senso cristiano della vita, del suo fluire accompagnato dalla provvidente presenza di Dio e dalla confortante assistenza dei Santi che ci guardano amorevoli tutt’intorno lungo le pareti della Cappella e dal Paradiso, affrescato dal Lanfranco, nella cupola.
La creazione di un Museo che possa dare maggiore fruibilità ai tesori d’arte raccolti nel nome di San Gennaro è un evento significativo ed eloquente di un’altra tappa che viene a fissarsi lungo il vetusto e nobile cammino della devozione e dell’amore nutriti dal Popolo di Napoli per il Santo Patrono.
Voglia San Gennaro benedire questa iniziativa della Eccellentissima Deputazione che onora la Chiesa napoletana e la Città e sia essa un’altra occasione per rinverdire il legame tra il nostro Popolo ed i suoi Santi, campioni di fede invitta e testimoni credibili dell’amore di Cristo che tutti unisce.


Napoli accoglie San Gennaro
Mons. Vincenzo de Gregorio, Abate Prelato della Real Cappella di San Gennaro

Il magnifico paliotto d’argento dell’altare maggiore della Real Cappella di San Gennaro, mentre celebra l’evento del ritorno a Napoli delle Reliquie del Santo nel 1497, esalta il legame tra il Santo e la Città ponendo le due figure, della sirena Partenope e del fiume Napoli, il Sebeto, in atto di venerazione e di gioiosa accoglienza all’avvicinarsi del corteo.
La Città accoglie il Santo: il suo popolo ha voluto erigere il superbo santuario che ne celebra il martirio ed il patrocinio. La singolare configurazione di questa creazione artistica è tutta partenopea: gli stemmi della Città apposti sui confini della Cappella, sul maestoso cancello del Fanzago, su ogni balaustra di marmi preziosi, richiamano non soltanto l’aspetto, pur singolare ed interessante, della proprietà laica, ma pure, ed è quello più importante, il senso di appartenenza di San Gennaro a Napoli e di Napoli a San Gennaro.
L’istituzione della Deputazione, che in nome e per conto della Città governi e custodisca la Real Cappella di San Gennaro, è da vedersi in quest’ottica. La vita liturgica e sacramentale della stessa, poi, affidata ai Cappellani Prelati ed all’Abate Prelato, confermano tutto ciò: è la Deputazione che li indica al Vescovo e li vuole; come a dire: è la Città che li esprime.
Il percorso di visita alla Cappella ed al Museo procurano gioia spirituale ed ammirazione estatica per la bellezza e la preziosità dei manufatti: tutto parla di fede e di bellezza, di amore e di speranza. La Città volle tutto ciò lungo i secoli, collocando la Cappella del Santo al centro di un reticolo di strade che dalla Teca col Sangue del prodigio e dal venerato Busto si dipana, passando per le testimonianze di fede cristiana diventata amore negli ospedali antichi dei Pellegrini e degli Incurabili, nei ricoveri degli antichi Conservatori e dell’Annunziata – Casa Reale per chi nasceva e non aveva casa – nei Banchi e nei Monti di Pietà. La Città – la Deputazione – ha voluto andare incontro ai desideri di chi vuole visitare e conoscere i luoghi del Santo, creando questa struttura museale: ancora una volta San Gennaro è presente profondamente ai nostri giorni caratterizzati da sempre più frequenti ed intensi scambi, incontri, viaggi e pellegrinaggi; ancora il nome forte e potente del santo coniuga bellezza e fede.


Arte, cultura e devozione
La Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro

La Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro ha, tra i suoi compiti primari, l’onore e l’onere della conservazione e della valorizzazione della Cappella e degli ambienti annessi. I deputati provvedono a tali incombenze - come del resto è sempre accaduto nella plurisecolare attività dell’istituzione - nelle vicende storiche, religiose, civili e culturali che riguardano la memoria di San Gennaro, Patrono della città e dell’Arcidiocesi di Napoli e della Campania. Avviene di frequente oggi, come per il passato, che la Cappella sia fatta oggetto di continue visite da parte di fedeli e di turisti con specifiche richieste di informazioni sulle opere d’arte custodite nella stessa Cappella del Tesoro di San Gennaro. Viene anche sovente richiesto di poter ammirare questa o quella statua, o un oggetto in particolare, o un libro di cui hanno sentito tanto parlare. Da qui l’idea di mettere in mostra quanto la devozione dei napoletani, e non solo, ha creato nel tempo: uno straordinario tesoro artistico-culturale senza pari. Con questo obiettivo si è deciso di realizzare un Museo che, oltre a contribuire al già vasto patrimonio artistico della città di Napoli, rispondesse alle generali aspettative dei devoti, dei turisti e dei numerosi studiosi esperti d’arte.
La realizzazione del Museo non nasce da un’idea estemporanea bensì da un’intenzione concreta e storicamente datata. Infatti il 13 gennaio del 1527 gli eletti della città fecero voto di realizzare un luogo più confacente per riporre il reliquiario del Santo Patrono, arricchendo poi nei secoli il luogo di culto di opere degne di siffatto “sacello”. Dopo vari secoli, alla fine degli anni Ottanta, la Deputazione iniziò a pensare in concreto all’idea di allestire un museo che raccogliesse tutte le opere d’arte presenti in Cappella, ma soltanto alla fine degli anni Novanta fu elaborato un progetto organico che grazie anche alle opportunità offerte dalla legge “Polis Musea” e con il contributo delle Soprintendenze, ha portato all’attuale concezione museale.
A seguito di non poche difficoltà si è giunti finalmente alla realizzazione di una struttura concepita per essere un polo museale che possa ospitare di volta in volta, con mostre tematiche, l’intero Tesoro di San Gennaro.
Per questo motivo si è voluto realizzare un percorso museale che consentisse un turn over delle opere da allestire con sezioni dedicate ad argenti, ori, addobbi sacri, archivistica, ecc. In più, esso avrà un carattere catechetico, didascalico, devozionale e religioso, le cui caratteristiche saranno fortemente rimarcate. A distanza di 476 anni da quel 1527, la Deputazione pone un’altra pietra miliare per la diffusione del culto di San Gennaro, gettando un ponte nel nuovo millennio fatto di fede e arte, con la consapevolezza che chi seguirà in questo ufficio, saprà sempre operare, per la maggior gloria del nostro Patrono, Gennaro.


Sette secoli d'argento
di Paolo Jorio, Direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro

Invenzione, devozione popolare, religiosità, spettacolarità, tutto questo e altro racchiude la prima mostra tematica del Museo del Tesoro di San Gennaro dedicata agli Argenti. Un percorso di splendori lungo sette secoli che oggi è possibile ammirare intatto grazie all’opera meritoria della Deputazione. Molti degli oggetti esposti, infatti, sono stati salvati e preservati dai continui saccheggi ed espropri dell’epoca, riuscendo a giungere sino a noi integri, testimoni di una storia esemplare di finissimo artigianato, forse unico al mondo, che parte dal XIII secolo.
Gli argenti in mostra nel Museo del Tesoro di San Gennaro documentano, appunto, la straordinaria capacità di scultori e di argentieri napoletani che hanno saputo conciliare sapienza tecnica e creatività. Calici, pissidi, cestelli, candelabri, piatti, ostensori con i busti e le statue dei Santi Patroni e gli altri oggetti esposti, sono il frutto di un lavoro di squadra di maestri altamente qualificati nel proprio settore. Scultori, cesellatori saldatori, mettitori d’insieme (come erano chiamati gli assemblatori del tempo) hanno realizzato capolavori di rara bellezza. Gli argenti rappresentano una parte importante del cosiddetto Tesoro di San Gennaro, perché queste antiche manifatture erano in prevalenza sacre per il quotidiano uso liturgico e gran parte delle statue venivano realizzate per custodire le reliquie dei Santi, che soprattutto nel ‘600 ebbero molta importanza nella devozione popolare. Numerosi busti vennero quindi commissionati da confraternite, chiese e monasteri in onore dei loro patroni e poi affidati alla custodia della Cappella del Tesoro di San Gennaro dalla quale uscivano per essere portati in processione in occasione delle varie feste religiose. La bellezza artistica dei busti e delle statue dei santi patroni, soprattutto quelli dei secoli XVII e XVIII, vanno però al di là del solo dettato devozionale. Filippo Del Giudice, Carlo Schisano, Giovan Domenico Vinaccia, Lorenzo Vaccaro sono solo alcuni degli autori di questi capolavori esposti nella mostra che rappresentano un vanto dell’arte e dell’artigianato di Napoli, ma anche la testimonianza del culto e della devozione per San Gennaro.


Un grande Tesoro
Le immagini di questo sito e gli altri testi che lo introducono testimoniano la unicità e l'importanza di una raccolta di argenti di eccezionale valore storico, artistico e cultuale giunta sino ai nostri giorni integra per merito della cura esercitata nel corso dei secoli dalla Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro. Pezzi che costituiscono solo parte dell'inestimabile “Tesoro di San Gennaro” e che vengono per la prima volta offerti alla ammirazione del pubblico e all'attenzione degli studiosi nella loro sede naturale. L'ingresso al Museo avviene dal lato della Piazza antistante l'ingresso al Duomo,attraverso un percorso pedonale esterno protetto da un porticato che immette nella corte che ospita i servizi (la biglietteria ed il book-shop), sulla quale si affacciano una parte laterale del Duomo stesso e che conduce ai locali della Deputazione tramite un ingresso sovrastato da un busto del Patrono, inserito in un pregevole portale in pietra, e da un antico stemma della città. Il Tesoro di S. Gennaro si compone di un gran numero di pezzi, tuttavia la dimensione dei locali adibiti alla loro esposizione non consente di accoglierne se non in misura limitata. Così il Museo è destinato ad ospitare mostre a tema: ciascuna legata alle diverse tipologie degli oggetti che costituiscono l'intero patrimonio del tesoro e delle quali questa dedicata agli argenti è solo la prima in ordine di tempo. Per tale motivo alla base dell'idea stessa di allestimento è stato posto il concetto di flessibilità. Una flessibilità che consiste nell'individuare alcune tipologie base di sistemi espositivi dalle caratteristiche geometriche semplici che possano essere utilizzati per la esposizione di oggetti di caratteristiche di volta in volta diverse ed atti ad esaltare la complessiva ricchezza dei materiali esposti.
Così il museo accoglie alcuni elementi di allestimento “fissi” come le pedane che potranno accogliere a rotazione diversi oggetti di dimensione media e grande, ed altri nuclei espositivi di base con elevato grado di mobilità: le teche, che conterranno gli oggetti più piccoli e potranno essere posizionate ed aggregate in diverse configurazioni ed in numero diverso. Obbiettivo principale dell'allestimento è stato la realizzazione delle condizioni ambientali più idonee al godimento delle opere da mostrare.
Si è quindi voluto avvolgere l'itinerario museale di una atmosfera entro la quale il visitatore potesse sentirsi protagonista di una scoperta continua delle varie parti del tesoro, che avverrà per fasi successive e dove il fattore entropico della percezione si riveli di assoluta e fondamentale importanza. Così, percorrendo le sale private dell'illuminazione naturale e dotate di numerose leggere sorgenti aeree di luce, con le pareti e le volte tinteggiate non uniformemente con i toni dell'ocra che rimandano alla memoria del martirio del Vescovo Gennaro e quelli grigio diorite del pavimento, egli potrà sentirsi il protagonista della scoperta dei vari pezzi che appariranno emergere dalla diffusa penombra: quasi essi stessi fonte di luce. I pezzi esposti, secondo la loro dimensione, poggiano su pedane o sono contenuti in teche, entrambe realizzate con lamiere di ferro ossidate naturalmente, così che il contrasto tra la estrema povertà dei supporti e la bellezza delle opere vada ad esaltarne la chiara preziosità e le qualità artistiche. Al termine del percorso ipogeo, una rampa di scale conduce il visitatore al piano superiore. Di qui, dopo aver ammirato gli ultimi pezzi, si accede alle Sacrestie sottoposte ad una recente opera di restauro conservativo a cura del Comune di Napoli Dipartimento Edilizia – Servizio Conservazione del Patrimonio Comunale e della Soprintendenza per il Polo Museale che ha restituito all'originario splendore i preziosi marmi, gli stucchi, le pareti e le volte affrescate: gli straordinari ambienti nel loro complesso che contengono e ospitano ex voto, mobili, dipinti e affreschi di grande pregio.